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Gigi Bryant: così giocava l’eredità di un padre che non aveva bisogno di un figlio maschio

Gigi Bryant, all’anagrafe Gianna Maria Onore, è la seconda figlia di Kobe Bryant e della moglie Vanessa. Seconda, di quattro figlie femmine. Anche lei giocatrice di basket, anche lei appassionata: lei, che più di tutte, vantava un rapporto diretto con un padre così illustre, illuminato dal talento. Lei, che insieme a quel padre, ha perso la vita nella tragedia di qualche giorno fa a Los Angeles. Su di lei, proprio il padre, raccontò un aneddoto in TV, da Jimmy Kimmel.


“I miei fan si avvicinano a me quando c’è anche lei e mi dicono: ‘Devi avere un figlio maschio per portare avanti la tua eredità’. Lei a quel punto interviene dicendo: ‘Tranquilli, ci penso io'”


Vero è che, che il basket è uno sport non soltanto maschile. E’ uno sport, e come altro sport è per tutti. Più spettacolare al maschile? Sì, ma ha davvero importanza? Ciò che ha importanza, prima ancora dello spettacolo, è altro. E lei, Gigi – così era chiamata – lo stava già dimostrando. Tenace, determinata, brava. Un roseo futuro, grazie anche alla complicità di un padre che non era un numero 1. Era IL numero 1. Consigli, allenamenti insieme e una vita in prima fila, a volte a bordo campo, ma soprattutto in campo, dove non c’è maschio che possa valere più di una femmina. Dove non c’è figlio che possa valer di più di una figlia.


Gigi Bryant: così giocava l’eredità di un padre che non aveva bisogno di un figlio maschio




Immagine di copertina tratta da Instagram