Storia della musica

Lucio Battisti: il 24 aprile del 1972 nasceva “I giardini di marzo”

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Pubblicato il 24/04/2020
Di Team Digital
Lucio Battisti il 24 aprile del 1972 nasceva I giardini di marzo

"I giardini di marzo" di Lucio Battisti e Mogol, compie 48 anni: ed è più attuale che mai.

Compie quasi mezzo secolo una delle più grandi canzoni della musica italiana: si tratta de “I giardini di marzo“, 15° singolo di Lucio Battisti, scritto da Mogol e pubblicato il 24 aprile del 1972. Un brano di Mogol, appunto, ma – soprattutto – un brano autobiografico incentrato sulla vita dopo la Seconda Guerra Mondiale e in cui vi sono temi che – oggi più che mai – sembrano attinenti con le vite di tutti noi. L’infanzia nel dopoguerra, ma anche la povertà e i problemi di natura famigliare. Una canzone che racconta una vita difficile ma vera, con brevi flashback fino a cambiare il tempo della narrazione, dal passato al presente.


Lucio Battisti: il 24 aprile del 1972 nasceva “I giardini di marzo”



I giardini di marzo: il testo della canzone


Il carretto passava e quell’uomo gridava gelati

Al ventuno del mese i nostri soldi erano già finiti

Io pensavo a mia madre e rivedevo i suoi vestiti

Il piu’ bello era nero coi fiori non ancora appassiti

All’uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri

Io restavo a guardarli cercando il coraggio per imitarli

Poi, sconfitto, tornavo a giocar con la mente i suoi tarli

E alla sera al telefono tu mi chiedevi perché non parli (mm, mm)

Che anno è, che giorno è?

Questo è il tempo di vivere con te

Le mie mani come vedi non tremano più

E ho nell’anima

In fondo all’anima cieli immensi

E immenso amore

E poi ancora, ancora amore, amor per te

Fiumi azzurri e colline e praterie

Dove corrono dolcissime le mie malinconie

L’universo trova spazio dentro me

Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è

I giardini di marzo si vestono di nuovi colori

E le giovani donne in quei mesi vivono nuovi amori

Camminavi al mio fianco e ad un tratto dicesti “Tu muori”

“Se mi aiuti, son certa che io ne verrò fuori”

Ma non una parola chiarì i miei pensieri

Continuai a camminare lasciandoti attrice di ieri (mm)

Che anno è, che giorno è?

Questo è il tempo di vivere con te

Le mie mani come vedi non tremano più

E ho nell’anima

In fondo all’anima cieli immensi

E immenso amore

E poi ancora, ancora amore, amor per te

Fiumi azzurri e colline e praterie

Dove corrono dolcissime le mie malinconie

L’universo trova spazio dentro me

Ma il coraggio di vivere quello ancora non c’è


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